Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton by Luca Martinelli

Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton by Luca Martinelli

autore:Luca Martinelli
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Delos Digital srl, Milano
pubblicato: 2013-10-31T23:00:00+00:00


Capitolo 4

– Qualcosa non quadra, Watson – commentò Holmes mentre osservava la Panhard che si allontanava. – Ma non perdiamo tempo. Avanti, rimettiamoci in marcia.

Stavamo correndo al massimo della velocità consentita ormai da quasi venti minuti, quando un rumore sordo, seguito da un sibilo e poi dal fragore di vetri infranti, ci riscosse dai nostri pensieri. Qualcuno ci aveva sparato, non c'era dubbio, e solo la cattiva mira del tiratore, o forse la nostra buona stella, aveva fatto sì che la pallottola indirizzata a Holmes mancasse il bersaglio, facendo saltare in aria il fanale destro della Panhard. D'istinto sollevai il piede dall'acceleratore e cominciai a frenare. Prima ancora di essere fermi, Holmes era già saltato sul ciglio della strada. Arrestai la vettura a una trentina di metri da una curva che piegava a sinistra e anch'io scesi a terra. Quando raggiunsi il mio amico, che aveva trovato riparo dietro a uno degli alberi poco al di là del bordo della strada, il cuore mi batteva all'impazzata.

– Lo sparo è partito da laggiù – disse Holmes, indicandomi un boschetto di abeti che sorgeva proprio davanti alla curva.

Dal nostro nascondiglio, dove la pioggia quasi non arrivava, continuammo a osservare l'abetaia per alcuni secondi, ma il bosco rimase silenzioso e inanimato. L'unico segno di vita giunse dalla strada. Una vettura passò scoppiettando e cigolando perdendosi oltre la curva.

– Ha con sé la pistola, dottore?

Annuendo, la tirai fuori dalla tasca. Holmes me la strappò di mano e ordinò: – Lei torni in macchina. Farò solo un breve sopralluogo. Nel frattempo metta in moto e percorra la curva.

Si allontanò di corsa e nel giro di pochi istanti era già scomparso tra gli alberi. Mi raggiunse dopo qualche minuto. Camminava speditamente, con gli occhi luccicanti per la soddisfazione. Doveva avere scoperto qualcosa di interessante e, infatti, sedendosi sul sedile della Panhard mi mostrò, trionfante, un piccolo lembo di stoffa marrone. Non ero in grado di capire se si trattasse di una scoperta rilevante, ma non potei chiedere spiegazioni, perché Holmes mi invitò a ripartire con urgenza.

Percorremmo il resto del viaggio senza mai rallentare e senza più fare incontri, tranne che per alcune vetture abbandonate sul ciglio della strada a causa di guasti o incidenti. Giungemmo alla periferia di Brighton intorno alle quattro del pomeriggio. Adesso la pioggia aveva quasi smesso di cadere. Man mano che ci avvicinavamo al traguardo, ai lati della strada aumentava a vista d'occhio il numero degli spettatori, la gran parte dei quali, con la mano libera dall'ombrello, agitavano bandierine e fazzoletti in segno di saluto. In Madeira Drive, dove tagliammo il traguardo procedendo a passo d'uomo, la folla era addirittura straripante.

Mentre, tra mille cautele, guidavo verso l'area di raduno dei pochi partecipanti che erano giunti alla fine della corsa6, Holmes balzò a terra e raggiunse uno degli agenti di servizio sulla linea del traguardo. Non riuscii a capire cosa stesse facendo, perché la mia attenzione fu richiama dalla concitata discussione tra il conte Farjeon e il suo ex sottoposto Zangwill a proposito della pericolosa manovra che aveva provocato l'incidente nei pressi di Cuckfield.



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